( Elisa Bisagno )
Entra a fare parte dello staff degli
allenatori della Pozzolese Volley Elisa Bisagno, laureata ad ottobre in psicologia,
tirocinante post-laurea vincitrice a luglio di un bando di dottorato presso l’Università degli studi di Genova, con borsa di studio, con un progetto
sulla psicologia dello sport.
ELISA, SPIEGACI IL PROGETTO?
Questo progetto si concentra sull’aspetto
agonistico, cioè quello di individuare quello che possono essere le aree
cognitive ed emotive da stimolare in modo tale da consentire all’atleta di
perfomare al meglio durante l’attività agonistica. Cercherò anche di tracciare
un profilo dell’atleta in modo tale da cercare di capire quali siano le sue
doti attentive, la sua capacità di gestione emotiva, e cercare di verificare
quale sia il suo livello di attivazione ottimale che differisce da atleta ad
atleta per perfomare al meglio. Ci sono atleti che giocano al
meglio delle proprie possibilità, instaurano la cosiddetta condizione di flow,
cioè quella condizione in cui l’atleta si estranea quasi dalla realtà e gioca
al 100% delle proprie possibilità e con aspetti fisico emozionali quali non percepire
lo scorrere del tempo, l’essere completamente concentrati sull’attività e il
divertirsi, cioè quando l’atleta si diverte e fa bene. Questo può avere anche
un valore tattico all’interno dello schema di gioco e un valore formativo di
crescita, cioè ci serve per individuare le aree di forza delle atlete e
stimolarle, le aree di debolezza per migliorarle.
CHE RUOLO HAI NELLO STAFF TECNICO ?
Sono di supporto allo staff degli
allenatori per quanto riguarda la relazione sia fra di loro, sia con le atlete
e con le famiglie, cioè quello di concentrarsi sul ruolo che svolgono le
componenti psicologiche durante la prestazione sportiva, si parla spesso di
ansia da prestazione che penalizza l'atleta, ma piuttosto un punto di favore,
come incanalare tutta quella energia e quella attivazione per favorire la
prestazione ottimale. Agevolare il rapporto sia fra allenatore e atleta sia
rapportarmi con le famiglie che sono sempre una componente fondamentale, per
quanto riguarda l'atleta sono il punto di riferimento importante. Per una
ragazza in fase di formazione l'allenatore e genitore sono due punti di
riferimento molto importanti, e quindi è giusto conciliare anche questi due
punti di vista.
PERCHE' HAI SCELTO DI COLLABORARE CON LA
POZZOLESE VOLLEY ?
Sono stata contattata in prima persona da Stefano
Falaguerra e in seguito dal Presidente Radio per una conoscenza
reciproca in cui in realtà erano stati loro insieme con molti altri che mi
hanno aiutata per la mia ricerca per la tesi di laurea. In seguito ho parlato
con la dottoressa Elisabetta Grosso, psicologa che da anni collabora con
la Pozzolese, per dare un seguito al lavoro svolto da lei in questi anni. La
psicologia dello sport non è abbastanza radicata in Italia se non ad alti
livelli ed invece reputo che anche nelle Società magari più piccole possa avere
un apporto fondamentale. Penso che sia molto bello che una Società come la
Pozzolese si impegni con una tale dedizione per favorire la crescita degli
atleti, non solo con lo scopo di portarsi a casa dei trofei ma anche farli
crescere come persone. Credo che la psicologia dello sport in questo caso
giochi un ruolo fondamentale. Mi viene offerta una possibilità così presto
all'interno del mio percorso di studio e di lavoro e non potevo che coglierla.
QUALE SARA' IL TUO COMPITO?
Sarà quello di mettere a disposizione
degli allenatori e del resto dello staff le mie conoscenze in ambito
psicologico. Essendomi occupata prevalentemente nei miei studi sulla fascia di
età dalla nascita sino all’adolescenza ed avendo approfondito con le mie due
tesi di laurea sulla psicologia dello sport, in questo senso ho un bagaglio di
conoscenze che mi fa piacere mettere a disposizione. Quindi lo scopo sarà
quello di agevolare il lavoro delle atlete per fare in modo che tutta la loro
energia, la loro motivazione e il loro talento siano sfruttati appieno anche
grazie all’aiuto della componente psicologica. Mi piacerebbe anche poter
parlare con le famiglie e scambiare delle opinioni su come la famiglia vive lo
sport perché comunque è un attività in cui il figlio si impegna così come può
essere la scuola, lo sport comunque è fonte di ansia e di soddisfazione anche
per il genitore stesso.
LO SPORT TOGLIE TEMPO ALLA SCUOLA?
È stato dimostrato che l’attività sportiva
implichi l’apprendimento di combinazioni di movimenti, aiuta a sviluppare
alcune componenti come possono essere la memoria di lavoro che poi vengono
sfruttate anche nell’attività scolastica. Lo sport fa bene, e lo dicevano già i
Romani, insegna il rispetto sia dei valori, sia della persona inteso sia come
compagno che come avversario e a tenere fede agli impegni che si prendono
perché vengono presi con se stessi, con l’allenatore e con i compagni di
squadra. Quanto più sport riusciamo a far fare ai ragazzi compatibilmente con
gli impegni scolastici, tanto più sarà gradito e penso che anche loro saranno
d’accordo che è un bene sotto tutti i punti di vista.
COME SARA’ IL RAPPORTO CON GLI ALLENATORI
E LE ATLETE?
L’idea è di mettere al loro servizio
il mio bagaglio di conoscenze che io stessa voglio iniziare a testare e sono
felice di poterlo fare all’interno di una Società che prende la cosa
seriamente. Se condividere il mio bagaglio di conoscenze aiuterà anche solo del
10% l’atleta a crescere o a performare, l’allenatore a vivere meglio la relazione
con gli altri membri dello staff piuttosto che cementare il rapporto con le
atlete per me è già un successo e un risultato. Quindi io non vedo l’ora di
cominciare.
SI PARLA MOLTO DI DIFFONDERE L’EDUCAZIONE
SPORTIVA ANCHE AI GENITORI, CREDI SIA POSSIBILE FARLO ?
Far conoscere l’educazione sportiva ai
genitori, è fondamentale sotto tutti i punti di vista e credo che per ogni
genitore sia importante conoscere come il proprio figlio vive ciò che fa. Il
genitore ha a che fare con le aspettative del loro figlio. Vederlo magari
frustrato perché in quella partita non è riuscito a scendere in campo piuttosto
che perché è stato ripreso anche se gli sembrava di aver fatto bene è comunque
una cosa con cui il genitore ha a che fare. Non sempre è facile da capire
perché magari il genitore ha poche occasioni di confronto con l’allenatore e
poi si rischia di inaridire dei rapporti senza essersi veramente capiti. Quindi
credo che sia fondamentale coinvolgere i genitori sia in quello che è lo sport
che fanno i figli sia per aiutarli a capire quali possono essere le dinamiche
che si possono innescare in modo che per loro sia più semplice spiegare anche
ai propri figli quello a cui non riescono ad arrivare da soli sia nel rapporto
con l’allenatore sia all’interno della situazione di gioco, sia per
modulare le loro aspettative perché giustamente sono giovani hanno voglia
di fare, hanno voglia di crescere e quindi certe volte le aspettative per
quanto siano da spingere perché sono una cosa bella, sono il motore della
nostra vita, a volte sono anche da contenere nei ragazzi così giovani e
da riportare un po’ alla realtà. Spero di essere come un libro e se qualcuno ha
voglia di sfogliarmi, non voglio peccare di presunzione però per quelle che
sono le mie conoscenze nell’ambito se qualcuno pensa di poter trarre beneficio
da un confronto non c’è niente che mi faccia più piacere, quindi sono a
completa disposizione anche dei genitori.
CHE DIFFICOLTA’ DOVRAI INCONTRARE?
Di sicuro non sarà sempre semplice
riuscire a trasportare dalla teoria alla pratica e quindi ovviamente questo è
un terreno di messa alla prova anche per me. Le difficoltà ci saranno però
credo che la cosa bella di questo lavoro di equipe sia che quella che per me è
una difficoltà in altri probabilmente è una risorsa e quindi anche il confronto
potrà essere sicuramente una occasione per superare quelle che possono essere
le difficoltà. Abbiamo anche il vantaggio di avere una professionista come la
dottoressa Grosso che ha confermato
la collaborazione con la Pozzolese Volley anche quest'anno.
IL MENTAL COACH E’ UNA FIGURA AFFERMATA
NELLO SPORT DI ALTO LIVELLO, COSA NE PENSI?
E’ un obbiettivo di vita nel mio caso, di
sicuro è il percorso di studi che continuerò a perseguire perché come in tanti
lavori ormai lo psicologo è una figura che non smette mai di studiare e non
smette mai di formarsi. C’è veramente la necessità di allenare la nostra
mente oltre che il nostro corpo per formarsi al 100%.
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